Seconda Edizione – 2014
Il Premio Internazionale Marisa Giorgetti non consiste in un’erogazione di denaro ma nella donazione alle persone cui viene assegnato il Premio, di un’opera d’arte donata da noti artisti contemporanei individuati da JULIET ART MAGAZINE, rivista d’informazione e teoria strettamente dedicata alle espressioni artistiche contemporanee: arte, moda, architettura, design, fotografia, fumetto. La rivista è stata fondata nel 1980 ed è diretta da Roberto Vidali.
La scelta di consegnare un’opera d’arte invece di un’erogazione di denaro è connessa sia alla sobrietà che caratterizza il Premio sia alla volontà della direzione del Premio di mettere in maggiore contatto tra loro il mondo dell’arte contemporanea italiano, di cui la rivista Juliet è espressione di particolare importanza, con le tematiche delle migrazioni e della tutela dei diritti umani di cui si occupa il Premio.
L’artista che espone nel foyer del Teatro Miela dal 10 al 22 marzo 2014 è Francesca Zucca.
Francesca Zucca, nata a Trieste nel 1982, si è diplomata in Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, dove sta conseguendo il diploma di laurea in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo, sezione Pittura.
Vive e lavora fra Trieste e Venezia.
Espone dal 2003. Attualmente è a Trieste con una personale intitolata “Quiproquò”, presso Twins Club 2.0 Art&Gym, e di recente ha partecipato alla mostra collettiva “Caleidoscopio contemporaneo” nell’ambito dell’iniziativa “Buon Natale 2013”, con il concorso della Camera di Commercio e promossa dall’Associazione Juliet.
Il suo lavoro consiste nel prendere una porzione di ‘realtà’ e tradurla in pittura. Non vi è mai un soggetto centrale bensì un dialogo fra singoli elementi, nell’accostamento e nella loro contrapposizione reciproca. I suoi soggetti, pur essendo figurativi, non vogliono avere un valore narrativo, sono un’immagine pittorica autosufficiente, di libera interpretazione da parte dello spettatore, che attinge dal bagaglio emozionale di ciascuno.
Per il Premio Giorgetti propone invece una serie di tele dove il racconto diventa protagonista. Sceglie delle immagini tratte da fotografie trovate, che documentano la vita dei migranti.
Mantenendo sempre un forte primo piano cerca di descrivere la vita in un campo profughi, attraverso dettagli di momenti umanamente condivisi, quali mangiare, lavarsi o dormire; cercando di riflettere sullo sconvolgimento della quotidianità che ha coinvolto queste persone.
L’artista che per l’edizione 2014 ha donato i quadri al Premio e che saranno consegnati nel corso della premiazione è Annamaria Iodice. Nata a Napoli nel 1949, diplomata all’Accademia delle Belle Arti, ha lavorato negli anni settanta come performer nel territorio con gli ambulanti in numerosi interventi poetici aperti alla comunicazione con i cittadini. Ha partecipato alla Quadriennale di Roma nel 1975 e alla Biennale di Venezia nel 1976 e alla Biennale di Gubbio nel 1977. Dagli anno ottanta ha curato la dimensione pittorica sviluppando una propria ricerca tra arte, cultura e natura, maturando un linguaggio composto di elementi sintetici tratti dall’empatia con la tradizione pittorica italiana. L’interesse per l’antropologia culturale e l’ambiente la spingono negli ultimi anni alla rivalutazione del mito come fonte di conoscenza da approfondire. Le ultime personali al Museo Vespolate nel 2010 a a Palazzo Costanzi a Trieste nel 2011. Nel 2013 espone allo Studio Tommaseo di Trieste con un lavoro sull’ambiente messo in relazione a foro di interventi urbani di tipo sociale degli anni settanta. Ultime collettive “Hyperhorganic ambiente emergente”, la Triennale di Milano e con gli Ambulanti all’itinerante “Performing in the City” a Monaco, Parigi, Tokyo; “Futuro Arcaico al Sal8 di Bologna nel 2011, la Biennale di Venezia nel 2011, nel 2012 al Museo Benaki di Atene in “Siamo tutti Greci” a cura di Alice Rubbini, ed infine al Teatro Del Monaco di Treviso nell’ambito di Avanscena 2013.