I Premi 2013

 

La Giuria della Sezione Letteraria del Premio Internazionale Marisa Giorgetti

composta per l’edizione 2013 da

Adamo Sergia, Butcovan Mihai Mircea, Leone Luca, Scego Igiaba, Spirito Pietro

ha assegnato il premio annuale

a

Yishai Sarid

per

Il poeta di Gaza

(Roma, e/o, 2012, traduzione dall’ebraico di A. Shomroni ed. or. Limassol, Tel Aviv, Am Oved, 2009)

perché, attraverso la scrittura avvincente di una spy story, riesce a rappresentare la violenza e l’insostenibilità per entrambe le parti di una vita quotidiana dilaniata dal conflitto tra culture, ma allo stesso tempo, e senza sentimentalismi, arriva ad aprire uno spiraglio disincantato sull’intensità dei rapporti umani come spazio di resistenza e di immaginazione di un futuro diverso.

la Giuria ha altresì assegnato

una menzione speciale

a

Carlo Stasolla

per

Sulla pelle dei rom. Il Piano Nomadi della giunta Alemanno

(Roma, Alegre, 2012, con prefazione di Leonardo Piasere)

perché, con la forma di un reportage quanto mai documento ed efficace e attraverso l’analisi puntuale di un caso specifico dell’Italia contemporanea, riesce a mostrare la violenza intrinseca di tanti pregiudizi spesso dati per scontati e mai sottoposti a discussione, denunciando la necessità sempre più urgente di nuove politiche e di una nuova cultura nel confronto con la diversità.

la Giuria della Sezione Diritti Umani del Premio Internazionale Marisa Giorgetti

composta per l’edizione 2013 da

D’Alconzo Giusy, De Zulueta Tana, Di Piazza Pierluigi, Luchetta Daniela, Pepino Livio,

ha assegnato il premio annuale

alla popolazione di Lampedusa

Il Premio verrà ritirato dal Sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusy Nicolini

La storia dell’umanità è storia di popoli e di persone che si spostano. E di altri popoli che con-dividono, accolgono, respingono. Spesso in una mescolanza di atteggiamenti, con contraddizioni e conflitti. Il Mediterraneo è un mare di migrazioni. In mezzo a quel mare c’è Lampedusa, da sempre luogo di incontro di persone in fuga e di persone aggrappate a un pezzo di terra. Tutte in mezzo al mare. Con speranze, paure, affetti, resistenze. Lampedusa è il simbolo della vicenda difficile, a volte crudele, a volte nobile dell’umanità. E i cittadini di Lampedusa, in un percorso tormentato (come sempre nella storia) e vincendo resistenze e diffidenze, hanno, alla fine, scelto la dimensione nobile: accogliendo e dando il primo aiuto, con gesti di riconoscimento, a donne, uomini e bambini alla ricerca di un futuro. In certi periodi i migranti approdati a Lampedusa sono stati più numerosi degli abitanti. Quasi il 70 per cento degli stranieri cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale o umanitaria sono arrivati in Italia attraverso Lampedusa. Accogliere e rispettare è un insieme di gesti concreti e quotidiani, non un esercizio di retorica. I cittadini di Lampedusa hanno fatto in concreto quello che le istituzioni italiane e comunitarie non hanno saputo e voluto fare. E hanno aperto così ponti e strade mentre altri creavano muri e barriere a difesa della “fortezza Europa”. In questo modo hanno «concretamente operato per la difesa dei diritti umani fondamentali di singoli, gruppi e comunità, con particolare attenzione ai diritti delle persone più deboli e delle vittime di violenza, migrazioni forzate, persecuzioni e grave sfruttamento».

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